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Il problema della Domenica

Dal blog lontanodaltunnel.blogspot.com

L'esperienza di una donna compagna di un tossicodipendente 

TERZA PUNTATA:

"La domenica è il classico giorno di crisi. Non c'è la sana lontananza dai guai data dal lavoro e dagli impegni quotidiani. La domenica ci si riposa. La domenica si può pensare, si può parlare, si è costretti a stare insieme.
Ieri poi pioveva. Una giornata tutta passata tra le mura domestiche. Mura che trattengono e nascondono, che proteggono. I panni sporchi si lavano in casa si diceva una volta. Perchè succede così, a volte si vuol far finta che ciò che succede in casa e che è privato quindi, non esista. Si può fare finta, poi quando si esce che la tragedia inizia e finisce in casa. Fuori si può respirare, fare finta di essere di nuovo se stessi e non la persona oppressa che si muove trattenuta e spaventata tra le mura domestiche. Trattenuta per i figli, sempre a pensare "speriamo che non sentano", "speriamo che non vedano", "speriamo che non soffrano". Spaventata per l'instabilità costante della situazione, spaventata per non avere mezzi e strumenti per reagire e per difendermi. Le parole non servono, le regole dei rapporti comuni, basati sul dialogo e sulla presa in considerazione della richiesta e del punto di vista dell'altro, spariscono. Non ci sono domande e risposte, non c'è una domanda pulita e una risposta pensata, non ci sono segno e messaggio e significati. Solo pantomima, dietro ogni parola o domanda viene letta una provocazione e in ogni risposta c'è solo l'automatismo di una reazione che gira a vuoto. Ogni mia richiesta viene ignorata. Anzi no. Io credevo venisse ignorata. Invece è tenuta in considerazione eccome. La richiesta è la segnalazione di un disagio e di un desiderio. Desidero pace quindi per favore non gridare è il messaggio. Ma anche, se gridi sono a disagio, si possono svegliare i bambini e ti sentiranno i vicini di casa. La richiesta non viene ignorata. Ieri l'ho capito. Ieri pensavo di non venire ascoltata e basta, pensavo fosse mancanza di rispetto e di dialogo.
Poi ieri ho sentito il testo teatrale recitato per intero e allora ho capito bene.
Alle tre di notte cantava a voce alta, ma alta. Poi recitava la mia parte, come nel gioco della sedia della gestalt. Scimmiottava la mia voce, ridicolizzando tono e contenuto: " smettila, sono le tre di notte" e poi cantava " te lo già detto 3 volte di smetterla dai!" e poi cantava "mia mamma dorme ti prego" e poi da qui si è concentrato invece a prendere in giro mia madre, che abita accanto a noi. Che soffre di cuore e ieri non stava bene. Non esagero eh, mia madre soffre di cuore, ha subito due interventi, è ipertesa, ansiosa.
La domenica è finita col mio compagno che che gridava stronza a due passi dalla parete dove, dall'altro lato dormono mio padre e mia madre.
Sono la persona più stronza che abbia mai conosciuto.
Non è solo che è ingiusto. Non è solo QUANTO sia ingiusto.
Di quello non mi importa, quando si subisce costantemente una situazione di violenza e di impotenza i propri parametri etici vengono relativizzati e scardinati. Sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato non serve a niente.

Non è solo che è ingiusto. Non è solo QUANTO sia ingiusto.
Di quello non mi importa, quando si subisce costantemente una situazione di violenza e di impotenza i propri parametri etici vengono relativizzati e scardinati. Sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato non serve a niente.
E che nessuno darà alcun senso a tutto questo male e a questo spreco di vita e di energie. Nessuno riparerà ai torti subiti, nessuno proverà a metterci una toppa. Resta solo la sensazione di quel fondo strisciante di Odio. L'unico senso che trovo è un immotivato odio nei miei confronti. 
E quando si odia non si ripara."

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